MASSAGGIO TERAPEUTICO
- Dott. Emanuele Pace
- 5 feb 2020
- Tempo di lettura: 3 min

In un corpo sano, le fasce profonde consentono alle strutture adiacenti di scivolare una sull'altra. Tuttavia, in seguito a malattie infiammatorie, come ad esempio nei casi di contratture muscolari croniche, o a lesioni traumatiche, sforzi eccessivi o mancanza di esercizio ecc., si ha la formazione di “blocchi” locali (aderenze fasciali, cicatrici aderenziali, neoformazione di tessuto connettivo) nei diversi strati, che aumentano l'attrito interno durante la contrazione muscolare e contrastano i movimenti e l'allungamento del muscolo (formazione di muscolo retratto). La fascia muscolare si ristruttura sia ritirandosi attorno al muscolo accorciato sia neoformandosi per riempire gli spazi ai capi muscolari, inizialmente lasciati vuoti, mentre la sostanza fondamentale, a causa dei diminuiti scambi metabolici, aumenta la sua viscosità divenendo sempre più "collosa": si crea la retrazione miofasciale. Se non ci si oppone abbastanza contro tali retrazioni (tramite stretching, mobilizzazioni articolari, massaggi ecc.), esse si trasformano in fibrosità capaci di rendere difficilmente reversibili posture anomale e movimenti limitati. Le retrazioni connettivali inoltre riducono anche la circolazione del sangue e dei liquidi interstiziali e la conduzione nervosa, interessando quindi anche il tono muscolare (grado residuo di leggera contrazione del muscolo a riposo) e la salute globale dell'individuo concorrendo così all'affaticamento e alle tensioni generali. L'eliminazione di tali impedimenti, quindi il ripristino del corretto flusso consente alle cellule interessate di passare da un metabolismo di sopravvivenza a quello fisiologico specifico. Si noterà che spesso i "blocchi aderenziali" (e i trigger points) si collocano nelle regioni delle cerniere articolari essendo zone strategiche nel movimento e nelle compensazioni posturali (ad es. quelle antalgiche).
Inoltre per ragioni posturali e di stile di vita vi sono muscoli o gruppi muscolari che tendono col tempo a divenire sempre più ipertonici e corti e altri ipotonici ossia deboli. Più precisamente i muscoli posturali veri e propri, detti anche statici o tonici (shunt-muscles), fungono costantemente da sistemi antigravitazionali (sono i tiranti che fanno stare in piedi il nostro scheletro) rimanendo in tensione; hanno azione prevalentemente tonica, stabilizzatrice. Per questo motivo sono muscoli profondi, ricchi di sostanza connettiva fibrosa e di fibre muscolari prevalentemente rosse (fibre muscolari di tipo I o Slow Twitch) ovvero ad alto contenuto di mioglobina (per l'alto consumo di ossigeno richiesto) e sono governati da motoneuroni a bassa frequenza di scarica (muscoli ad azione lenta ma resistenti). Essi tendono a evolvere verso l'accorciamento ed è la loro riduzione di elasticità che comporta la compressione articolare e il conseguente precoce consumo e danni relativi (artrosi, riduzione dell'ampiezza del movimento, borsiti, tendiniti ecc.). I muscoli posturali rappresentano circa i 2/3 della nostra muscolatura. E' fondamentale il loro costante allungamento e trattamento tramite stretching e tecniche manuali e di movimento adeguatamente eseguite .
Le manualità e le modalità del Massaggio Terapeutico ( miofasciale, trasverso profondo, restrain, pressione ischemica, pompagè ) sono atte a raggiungere i seguenti obiettivi:
- rimuovere il blocco, la corazza muscolare, e indurre a una respirazione ampia e corretta, facendo scoprire il piacere che segue a questa liberazione.
-portare il soggetto a una “presa di coscienza” del proprio corpo e della possibilità di gestirlo in modo più funzionale (aumento della propriocezione).
- distaccare la persona dal mondo esterno mettendolo in contatto col proprio mondo interno, “decelerando” il ritmo del cervello dando così avvio ai processi rigenerativi e creativi dell'organismo.
- risolvere contratture muscolari e retrazioni miofasciali.
- eliminare le stasi venose e dei liquidi interstiziali con conseguente azione depurativa dell'organismo e aumento della diuresi.
- nutrire le articolazioni tramite il ripristino di un più fisiologico ROM (Range Of Motion) utilizzare e insegnare l'utilizzo, in maniera consapevole, dei condizionamenti neuroassociativi favorevoli al benessere.
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